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Vincitori del Premio Natura Naturans/Naturata

BECAS-x

Il Ministero della Cultura (MiC) – Direzione Generale della Creatività Contemporanea (DGCC), l’Istituto Villa Adriana e Villa d’Este – VILLÆ e l’Istituto Italiano di Cultura di Città del Messico (IIC Messico), il Coordinamento per la Diffusione Culturale dell’Università Nazionale Autonoma del Messico (UNAM) attraverso la Casa del Lago UNAM pubblicano i nomi dei vincitori del Premio Natura Naturans/Naturata 2025.

Alejandro Cárdenas Ramírez è il vincitore messicano che ha l’opportunità di trascorrere due mesi in Italia, a Tivoli, per una residenza presso l’Istituto Villa Adriana Villa d’Este.

Alejandro Cárdenas Ramírez si è laureato presso l’Istituto Tecnologico e di Studi Superiori di Monterrey.

Ha iniziato la sua carriera professionale come tirocinante presso RCR Arquitectes, interessandosi al dialogo che l’architettura instaura con il territorio e il paesaggio circostante. La sua area di studio si concentra sulla responsabilità sociale dell’architettura in Messico, sulla rivalutazione delle sinergie messicane e della cultura architettonica in generale. Negli ultimi anni si è dedicato allo studio dei cosiddetti “Imaginarios Mexicanos” (Immaginari messicani), un manifesto sull’architettura messicana che cerca di ripensare il modo di vedere la campagna e il paesaggio messicano.

Nel 2023, ha creato EXPERIMENTAL insieme a Diego Sierra, Miriam Engelmayer e Alejandro Ricote con l’obiettivo di dare voce agli studi creativi delle nuove generazioni in Messico. Nel 2022, ha creato ESPACIOCARDENAS come studio di architettura e paesaggio, dedicandosi all’esplorazione tecnica dell’architettura e del suo rapporto con la natura.

Tra i suoi riconoscimenti più importanti figurano: Inspireli Award 2022 e 2024, Praga. Premio Interceramic 2024. Medaglia d’argento Biennale Studentesca Nuevo León 2023, Monterrey. Premio Encuentro Nacional de Estudiantes de Arquitectura (ENEA) 2021, Aguascalientes. Oltre a menzioni d’onore in diversi concorsi di architettura.

Instagram @espacio_cardenas

Website espaciocardenas.com

 

Camilla Alberti è la vincitrice italiana che ha l’opportunità di trascorrere due mesi in Messico, a Città del Messico, per una residenza realizzata in collaborazione con Casa del Lago – UNAM.

Camilla Alberti nasce a Milano nel 1994. Ha conseguito il diploma di II livello in Arti Visive e Studi Curatoriali presso NABA. Lavora come artista visuale sulle modalità attraverso cui il mondo viene costruito e abitato ponendo attenzione sulle relazioni tra le differenti specie viventi e lo spazio che le circonda. Esposizioni recenti: “Neuro_Revolution, MLZ Art Dep”, Trieste (2020); “Agli scultori giovani”, Villa Necchi (2019); “Swamp School”, Padiglione Lituano, Biennale di Architettura Venezia (2018); “Questions on the living”, Aa29 Project Room (2018). Residenze: Neuro_Revolution di Air Trieste (2019); Casa degli Artisti, Milano (2020).

La ricerca artistica di Camilla Alberti si concentra sull’idea di costruzione del mondo, interrogando i ruoli e le relazioni che ogni abitante—umano e non umano—instaura nel proprio modo di “stare al mondo”. Costruire e abitare non sono azioni limitate alla semplice condivisione dello spazio, ma si estendono su scale temporali diverse. Ogni oggetto o progetto travalica i limiti della specie che lo ha generato, prolungando la propria esistenza oltre la vita del costruttore. Lo spazio si trasforma continuamente: ciò che per alcuni è una casa, per altri può diventare una rovina da abbandonare.

Parlare di rovine, in questo senso, significa riflettere su ciò che abitiamo quotidianamente—non solo sugli edifici in disfacimento nascosti nei boschi, come suggerisce Marc Augé, ma su luoghi vivi, attraversati da presenze e assenze. È per questo che Camilla Alberti lavora con materiali abbandonati: sono ciò che più di ogni altra cosa sfugge alla solitudine, in quanto portatori di storie, residui di relazioni, potenziali nuclei di nuove convivenze.

L’abbandono, anziché segnare la fine, diventa così un inizio: annulla i confini, dissolve appartenenze e trasforma gli spazi marginali in cantieri attivi, dove specie diverse coesistono e collaborano, intrecciando metodi costruttivi eterogenei. L’indagine artistica mira allora a costruire un immaginario aperto ai miti futuri, fondato su una nuova idea di contratto urbano che riconosca e valorizzi l’interdipendenza tra specie—una sorta di “leviatano multispecie”.

Attraverso la scultura, la pittura e l’installazione, Alberti dà vita a micromondi abitati da forme ibride, dove la collaborazione tra vivente e non vivente, umano e non umano, diventa la regola e non l’eccezione.

 

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