Nell’ambito della residenza Lingue Sorelle dell’Istituto Italiano di Cultura, l’artista italiana Lucia Veronesi presenta il suo progetto “Sin nombre conocido”, una mostra dedicata ad approfondire il rapporto tra lingua e botanica nell’area messicana. La diversità biologica e linguistica del Messico mostra una forte sovrapposizione geografica in particolare negli Stati di Oaxaca, Chiapas, Veracruz, Guerrero e Michoacán che ospitano il maggior numero di specie e di lingue. Questo significa che le aree con il maggior numero di specie in pericolo si sovrappongono a quelle in cui è più alto il rischio per le lingue.
La diversità culturale e quella ecologica sono strettamente correlate. Le comunità locali interagiscono con l’ambiente e lo modificano adattandosi a nicchie ecologiche specifiche, acquisendone una profonda conoscenza. Le lingue native sono quindi portatrici di un sapere eco-culturale che include gli habitat e la loro conservazione, la vita delle piante, il comportamento degli animali e molti altri aspetti del mondo naturale.
Il progetto é realizzato attraverso l’uso di tessuti, disegno e ricamo, proseguendo una ricerca artistica che Lucia Veronesi porta avanti da anni, dove le fibre vegetali, nella loro diversità tessile e semiotica, diventano la necessaria formulazione, e quasi l’unico linguaggio possibile, di un discorso sulle lingue native e la botanica.
Inaugurazione giovedí 11 settembre alle ore 19. Vi aspettiamo!!
Lucia Veronesi nata a Mantova nel 1976, vive e lavora a Venezia.
Cosa ci racconta e ci insegna il paesaggio, che sia domestico, intimo, famigliare, naturale, urbano, insieme alle storie di chi lo abita o di chi lo ha vissuto? Quante storie, con le loro conseguenze e implicazioni, ci insegnano a comprendere il nostro tempo? A partire da queste domande Lucia Veronesi ricerca elementi antropologici, storici, scientifici che rendono unici paesaggi e storie. Li rielabora attraverso il collage, i tessuti, il video, la pittura, la fotografia, il disegno per ottenere una nuova versione degli spazi. L’arista lavora su visioni in bilico tra ciò che è reale e ciò che è dimensione astratta, a volte quasi favolistica: un racconto ambivalente, a metà fra documentazione e immaginario, che comporta una trasformazione, un ribaltamento delle regole. Le interessa la fusione delle tecniche e la sovrapposizione e invasione reciproca dei campi, delle tecniche e delle discipline, in particolare l’aspetto antropologico, scientifico e sociologico.
Tra le sue mostre personali si ricordano: Kora, Castrignano dei Greci, Lecce (2024); Galleria Internazionale d’Arte Moderna Ca’ Pesaro, Venezia (2024); Kunstindustrimuseum MiST, Trondheim, Norvegia (2024), Moca London, Londra (2024); Archivio Pharaildis Van den Broeck, Milano (2023); D3082 Domus Civica Art Gallery, Venezia (2023) ; Fondazione Pino Pascali, Polignano a Mare, Bari (2020);
Ha partecipato a numerose mostre collettive, tra cui: Nashira Gallery, Milano (2025); Søndre Green, Norvegia (2023); AplusA, Venezia (2022); Galleria Alberta Pane, Venezia (2021); Museo Castromediano, Lecce (2020); Casa Testori, Novate Milanese, Milano (2019); IV Biennale di Gerusalemme, (2019); Fondazione Michetti, Francavilla al mare, Pescara (2018); i suoi video sono stati presentati in numerosi festival nazionali e internazionali tra cui 32.TFF, Torino Film Festival; MUFF 10. Montréal Underground Film Festival, Canada; Cinema galleggiante, selezionata dalla Fondazione Querini Stampalia, Venezia; ODAAQ#10, Video Festival, Francia; Short Film Festival Cà Foscari, Venezia; Visualcontainer, Milano; Proyector 6° International Video Art Festival, Spagna; Facade Video Festival, Bulgaria; Lago Film Fest, Revine Lago; VideoArt Yearbook, VIII edizione, Bologna.
Lucia Veronesi ha vinto numerosi premi tra cui: XII Edizione dell’Italian Council (2023);
E- Contest I Edizione (2022); 69. Edizione del Premio Michetti (2018);