Intervengono: Elena Mazzetto (UNAM), Ma. Nieves Noriega de Autrey (Arquelogía Mexicana), Luisa Villani (UNAM)
Lunedí 10 ottobre, 18:00
Questo evento, organizzato dalla rivista Arqueología Mexicana, si propone di offrire uno spazio di incontro, in cui i legami tra Italia e Messico vengono reiterati anche attraverso la sfera animale e culinaria, grazie al tacchino. Questo uccello terrestre, chiamato in spagnolo “guajolote”, proveniva dai territori americani e si diffuse in Italia dal 1520. Attualmente si trova nelle cucine italiane ed è un piatto che rientra a pieno titolo nella rinomata dieta mediterranea.
Le prime indicazioni del tacchino in Italia ed i primi resti della specie Meleagris gallopavo L. sono stati rinvenuti a Roma, nell’area del Nuovo Mercato Testaccio nei livelli degli anni 1520-1530. Questa specie, importata dall’America in Spagna, come attesta un ordine regio del 3 settembre 1520, giunse in Italia nel 1520. E le prime testimonianze iconografiche del tacchino in Italia si trovano a Roma, ad esempio, nell’affresco del Villa dei Dottori in Trinità dei Monti, realizzata da Jacopo Zucchi tra il 1576-1577. In questi anni esistono anche trattati di cucina in cui sono riportate le credenze popolari legate a questi animali insieme alle ricette.
Il numero 176 della Revista Arqueología Mexicana, un numero monografico sulla figura del tacchino, copre diversi aspetti che coinvolgono questo uccello: la sua presenza in diversi contesti archeologici del territorio mesoamericano, dal preclassico al postclassico; la sua addomesticazione, acquisizione, commercio e allevamento, nonché la sua rappresentazione iconografica in manoscritti e codici preispanici come il Codice di Dresda. Essendo uno degli animali più importanti della fauna messicana, era largamente utilizzato anche nella cucina e nel cibo delle classi nobili, nonché nelle corporazioni più potenti del Messico, come attestano le cronache del XVI secolo e d’Italia (cucine pontificie) (Elena Mazzetto). Nell’attuale contesto etnografico spicca la sua funzione simbolica e rituale di offerta alla terra, da un lato, dove ha l’obiettivo di favorirne la fertilità, e al vento, dall’altro, dove assume il ruolo di “più pulito” dell’aria cattiva nella danza dei volantini, per esempio.
È per questo motivo che questo numero del Mexican Archaeology Magazine: “Il tacchino dal Messico al mondo. Archeologia-storia ed etnologia. Cibo e cultura. Usi e simbolismi” offre al lettore una panoramica generale di questo interessante animale, e cerca anche di delineare alcune delle molte sfaccettature dell’uccello, presentando la sua presenza costante dal periodo preispanico ad oggi.
Luisa Villani, dottoressa (con menzione d’onore) in Studi mesoamericani, Università Nazionale Autonoma del Messico (UNAM), Messico, con una tesi dal titolo: “La voce dell’uragano prende forma a El Tajín”. Attualmente, Post-dottorato da settembre 2022 ad agosto 2023, presso l’Istituto di Ricerca Antropologica (IIA), Università Nazionale Autonoma del Messico (UNAM) con un progetto dal titolo: “L’apprensione cognitiva dello spazio-tempo mitico nella variante con Chakganá (il pescatore) della danza dei Voladores dei comuni di Coxquihui e Zozocolco, Veracruz. Candidato SNI. Stagista universitario in Linguistica presso ENAH dove studia la lingua Totonac da un approccio cognitivo. Insegnante di italiano da 10 anni.
Elena Mazzetto es Profesora de Tiempo Completo y Coordinadora de la Licenciatura de Historia de la División del SUAyED en la Facultad de Filosofía y Letras de la UNAM. Es tutora e imparte cursos a nivel Maestría y Doctorado en el Posgrado de Estudios Mesoamericanos y en el Posgrado de Historia de la UNAM y pertenece al Sistema Nacional de Investigadores, Nivel 1. Es Doctora en Historia por la Universidad Ca’Foscari de Venecia, Italia, y por la Universidad de Paris I Panthéon-Sorbonne, Francia (2012). Sus temas de estudio son la cultura y la religión náhuatl prehispánica, en particular las fiestas del año solar y la alimentación.
Ma. Nieves Noriega de Autrey es licenciada en Historia por la Universidad Iberoamericana. Dedicada a la labor editorial desde 1993, ha dirigido desde su lanzamiento la revista Arqueología Mexicana, una coproducción de la Secretaría de Cultura, a través del Instituto Nacional de Antropología e Historia y Editorial Raíces. A partir de septiembre de 2008 dirige también la revista Relatos e Historias en México, ambas publicaciones son consideradas herramientas indispensables para acercarse de manera informada a nuestro rico pasado.