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Dúo Los Ymposibles

Antonio Ruíz Caballero, voce e percussioni

Massimo Gatta, chitarra barocca

Questo progetto nasce dall’interesse di due appassionati storici che si sono avventurati nelle sonorità del passato, in particolare della chitarra spagnola e dei versi cantati all’interno della cultura popolare della tradizione iberica del XVII e XVIII secolo.

Il programma, quindi, parte dal presupposto che il canto ha da sempre rappresentato il veicolo di significati ed emozioni. La chitarra è sempre stata un anello di congiunzione tra culture diverse. Per la sua facilità di trasporto, la sua semplicità nel creare ritmi suggestivi, armonie ed effetti timbrici, questo cordofono è stato amato da tutti i tipi di individui, dai barbieri ai monarchi. Anche la voce e la chitarra sono state il medium di pubblicità dell’impero e nella direzione opposta hanno lavorato anche per prendere in giro personaggi importanti.

Nel crogiolo delle culture dei popoli iberoamericani, dal nord al sud del Nuovo Mondo, la chitarra e la voce sono servite ad accompagnare riti religiosi e spettacoli profani tra europei, africani e indigeni all’interno dei templi o nell’oscurità di un vicolo desolato. Insieme alla voce e alla chitarra, le percussioni sono state integrate contribuendo all’ingrediente della danza e della guerra. Ci auguriamo che attraverso i suoni e le parole di questo programma il pubblico possa immaginare le immagini di un passato che appare effimero e suggestivo.

Antonio Ruiz e Massimo Gatta

Entrambi sono storici e hanno lavorato sul valore sociale che la musica ha avuto nel passato e ha nel presente, alternando ricerche negli archivi e, allo stesso tempo, suonando la musica che piace di più.

Antonio ha svolto ricerche sulla musica nella Nuova Spagna, soprattutto nelle cattedrali e nelle aree indigene, e da anni si interessa alla ricerca, all’apprendimento e all’esecuzione di pratiche canore ancora vive tra cui le polifonie di tradizione orale profana come il canto cardenche, o religiose come le lodi o i canti liturgici in latino che ancora sopravvivono in varie regioni dell’attuale Messico.

Massimo, chitarrista di professione, è interessato a fare musica come un modo per conoscere la cultura e lo spazio in cui vive dall’interno. Le sue indagini hanno privilegiato l’attivitá musicale della cattedrale di Durango e della periferia diocesana durante il Viceregno e il Messico indipendente.