Exhibit / 21.05 – 11.06 2022
Autore di sculture parlanti e performance mute, Francesco Pedraglio usa la scrittura e le arti performative per costruire situazioni che invertono il rapporto tra narratore e lettore, tra attore e pubblico, tra realtà e finzione.
Concepita appositamente per gli spazi dell’Istituto Italiano di Cultura, la mostra Breve storia mostrare e del mostrarsi, a cura di Martina Sabbadini, si snoda come un viaggio in cui le opere entrano in risonanza con l’architettura: l’edificio diventa palcoscenico, le opere si trasformano in scenografia e il pubblico si fa attore.
Il viaggio inizia con un’azione mentale. Un piccolo ritratto di un potenziale spettatore, o dello stesso artista, si affaccia sulla sala espositiva abitata da un’installazione di dipinti: fanno da sfondo a una performance silenziosa.
Piccoli modelli in bronzo ci invitano a rimanere nel chiostro dell’istituto e ad ascoltare le loro storie. Basta comporre il numero di telefono inciso sulla superficie di ogni scultura per ascoltare il racconto di ciò che accade all’interno di quello spazio ideale.
La visita alla mostra diventa così, a poco a poco, una sorta di labirinto di specchi o di caccia al tesoro: le opere esposte sono chiavi di accesso a luoghi nascosti e situazioni sospese tra realtà e immaginazione.
Nell’auditorium che ci conduce al giardino troviamo un ritratto che l’artista fa del suo alter ego personificato da lui stesso nel video Portrait of I (blu). È un viaggio contemplativo attraverso una foresta popolata da oggetti animati. All’esterno troviamo una colonna di legno che è stata assemblata durante la performance di apertura della mostra, come parte del copione recitato dall’artista.
La visita si conclude con un viaggio nel tempo suggerito da una serie di opere appese agli alberi del giardino. Si tratta di riproduzioni di vecchi graffiti su legno di avocado, attraverso questa ripetizione gestuale l’artista annulla il divario temporale e spaziale tra la linea originale e la sua copia.