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Giuseppe De Mattia, Consumir hasta la muerte / Consumare sino alla fine

invito Mostra

L’Istituto Italiano di Cultura ha il piacere di presentare la mostra Consumir hasta la muerte, dell’artista Giuseppe de Mattia. Il prossimo sabato 18 ottobre alle ore 13 non perdetevi l’inaugurazione di questa interessante riflessione sul consumismo, nelle sale espositive dell’Istituto.

Le transazioni commerciali che animano una città raccontano molto della sua vita quotidiana. La provenienza delle merci rivela le relazioni di scambio tra paesi; gli oggetti d’uso comune documentano la vita e il lavoro dei suoi abitanti; e i modi in cui i prodotti vengono esposti e promossi riflettono i gusti estetici di una comunità. In questo intreccio urbano, anche noi, come attori delle stesse dinamiche di acquisto e vendita, diventiamo parte di una trama socio-politica che definisce tanto la biografia di una città quanto quella dei suoi individui.

Il lavoro di Giuseppe De Mattia si muove esattamente in questo spazio di intersezione, tra pubblico e personale, tra osservazione e autobiografia. L’artista, da anni interessato al linguaggio dei mercati e alle conversazioni ascoltate nei luoghi pubblici, costruisce processi che restituiscono, attraverso la sua stessa esperienza, una lettura poetica e critica dei territori che attraversa.

Nella mostra presentata presso l’Istituto Italiano di Cultura di Città del Messico, De Mattia approfondisce il suo lungo dialogo con l’universo dei mercati, esplorandone le espressioni e le contraddizioni nel contesto della capitale messicana. Dopo aver visitato spazi di diversa natura e tipologia, l’artista ha raccolto una serie di materiali con cui ha realizzato un corpus di “oggetti poveri”: elementi comuni, rielaborati con lievi trasformazioni formali e concettuali, che si accompagnano a una traccia sonora in grado di creare un racconto intimo e politico.

Attraverso il riuso di materiali e parole, De Mattia invita a riflettere sulle catene di produzione, distribuzione e consumo, e sulla durata effimera degli oggetti rispetto al tempo di vita del lavoratore-consumatore che li acquista. In questa prospettiva, molti degli oggetti raccolti appaiono come presenze fantasmatiche, testimoni silenziosi di un’economia che consuma tempo e identità.

A emergere come possibile risposta è un tappeto realizzato in juta: uno spazio nomade di incontro, scambio e invenzione, pensato per accogliere piccole azioni performative di altri artisti. Attraverso questo gesto, De Mattia trasforma il mercato in un luogo di resistenza e di creazione collettiva, invitando a riconoscere nei gesti quotidiani di negoziazione e riuso una forma di autonomia e di riscatto politico.

Con questo progetto, l’Istituto Italiano di Cultura di Città del Messico conferma il proprio impegno nel promuovere artisti italiani contemporanei che esplorano le relazioni tra arte, società e territorio, offrendo nuovi sguardi sulla complessità delle dinamiche urbane e umane.