10 novembre 2022, ore 19:00, Istituto Italiano di Cultura
Di Giuseppina Norcia
Con Valentina Blando Osejo
Concetto e regia Gianluca Barbadori
La trilogia dell’Orestea di Eschilo, a sua volta tradotta, riscritta e reinterpretata da Pier Paolo Pasolini nel 1960, in questa versione è presentata dall’autrice Giuseppina Norcia sotto forma di monologo, in una nuova versione coraggiosa, inedita e con un cuore palpito femminile.
L’attrice-narratrice-interprete ci parla della corte creata dalla dea Atena. Una corte popolare che dovrà affrontare enormi conflitti e contraddizioni. Un tribunale che deve giudicare Oreste, assassino della madre Clitennestra, a sua volta assassina del marito Agamennone, che aveva precedentemente ucciso, in forma di sacrificio, sua figlia Ifigenia. Una famiglia incatenata da una serie di crimini, guidata da un sentimento di vendetta e dal desiderio di giustizia. Una famiglia, invece, fortemente legata alla cultura di una società che valorizza l’omicidio di un uomo in modo diverso da quello di una donna.
Nel monologo emergono personaggi come Clitennestra e Oreste, Agamennone e Cassandra, Ifigenia; gli dei Atena e Apollo, Meti, le Erinni. La voce antica di Eschilo e il sentimento moderno di Pier Paolo Pasolini si alternano e si mescolano alla contemporaneità del testo di Giuseppina Norcia, generando echi che ci giungono dai miti dell’antichità, in questo momento storico delicato e caotico, con le sue contraddizioni, paradossi, conflitti e domande. L’autrice, attraverso la voce dell’interprete-attrice-narratrice, ci racconta del Padre e della Madre, della Natura e del Progresso; della Giustizia e della Vendetta, del dolore, della manipolazione della Verità e del suo svelamento; di ferite e guarigione. Ma soprattutto mette al centro dell’opera l’importanza dei sentimenti e del punto di vista femminile, troppe volte, nel corso della storia sottovalutato e lasciato senza voce.
Il progetto “Ponte tra Culture” nasce in Italia ad Ancona nel 1999, con la fondazione dell’Associazione “Un Ponte tra Culture”. L’Associazione diviene società cooperativa nel 2005. Nel 2004 nasce a Belo Horizonte in Brasile l’Associazione “Ponte entre Culturas Minas Gerais”. Nel 2016 vede la luce a Bogotá in Colombia l’Associazione “Ponte tra Culture Colombia”.
In questi anni sono stati realizzati produzioni e progetti teatrali, pedagogici e culturali in oltre 30 paesi tra Latinoamerica, America del Nord, Africa, Medio Oriente, Oceania, UE e Paesi limitrofi.
Numerose le produzioni e le coproduzìoni teatrali in diverse lingue (arabo, cinese, inglese, Italiano, olandese, portoghese, serbo, spagnolo, ungherese) che hanno coinvolto decine di artisti professionisti di molti Paesi. “Ponte tra Culture” è conosciuto anche per l’organizzazione di Festivals e rassegne, seminari, tavole rotonde, eventi internazionali.
Oltre alle produrre spettacoli teatrali originali, “Ponte tra Culture” utilizza l’Arte, ed il Teatro in particolare, come uno strumento per generare integrazione, per creare situazioni di prevenzione e trasformazione in ambiti di marginalità sociale e/o economica lavorando con comunità, gruppi sociali, immigrati e richiedenti asilo, persone con problematiche specifiche e/o disagio, anziani, adolescenti, giovani, studenti di Istituti Superiori ed Università. Numerose le attività di formazione internazionale, rivolte a studenti di teatro e/o ad attori ed operatori professionisti di diversi paesi. Negli anni ha collaborato in Italia ed all’estero con Scuole Superiori pubbliche e private, Università, Comuni, Province, Regioni, Governi, Ambasciate, Consolati, Istituti Italiani di Cultura, Fondazioni, Associazioni (anche di emigrati e di immigrati), Centri Culturali, ONG, Onlus, Teatri, compagnie, Accademie.
Le tematiche affrontate in 26 anni di attività internazionale vanno dai testi teatrali alla letteratura italiana ed internazionale, dall’emigrazione italiana alla memoria ed all’identità storica, dall’immigrazione alla diversità culturale, dalle differenze di genere a quelle sociali, dalla violenza alla pace, dalla disumanizzazione e dall’ipertecnologizzazione della società alle questioni ambientali, all’emarginazione, dall’Arteterapia alle discriminazioni sociali ed economiche.